- Manifesto -

PER UNA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA TRIBUTARIA CON GIUDICI PROFESSIONALI A TEMPO PIENO ED ESCLUSIVO E CON RICONFERMA DI QUELLI IN SERVIZIO


La riforma della giustizia tributaria è oramai avvertita come necessaria ed ineludibile.

Lo dimostrano i numerosi progetti di legge presentati nel corso delle ultime legislature e recentemente da una delle due proposte di riforma contenute nella relazione finale della Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria.

Si avverte quindi la necessità di modificare le commissioni tributarie, il cui insediamento risale al 1° aprile 1996 (D.Lgs. 545/92)

Per alcuni, le attuali Commissioni costituiscono un sistema inadeguato all’esigenze sia del contribuente che del fisco che andrebbe radicalmente cambiato.

Secondo altri, l'attuale sistema è virtuoso e andrebbe solamente adeguato con interventi minimi che ne lascerebbero inalterata la composizione. Su questo filone s’inserisce l’altra proposta di minoranza di riforma licenziata dalla predetta commissione interministeriale.

I fautori delle due tesi contrapposte, comunque, considerano oramai definitivamente tramontata l’idea di abolire la giurisdizione tributaria, trasferendo il contenzioso sui giudici ordinari (secondo la previsione del D.D.L. n. 3734/2016 presentato alla Camera dai deputati On.li Ermini, Ferranti, ed altri) o su quelli contabili (come previsto dal D.D.L. n. 2438/2016 presentato al Senato dall’On.le Naccarato).

Il Parlamento ha intrapreso la strada di una revisione generale della tradizionale funzione dei giudici tributari, che da centocinquanta anni, attraverso una continua evoluzione, assolvono al difficilissimo compito di rendere giustizia nella materia tributaria, divenuta sempre più complicata e gravosa, nonché rilevante sul piano economico.

Rilevante e significativo è l’atto d’indirizzo al Governo (12.10.2021) delle Commissioni congiunte VI Finanze della Camera dei Deputati e VI finanze e Tesoro del Senato, con il quale il Governo deve “provvedere, all’interno della riforma della giustizia tributaria, l’affidamento delle controversie ad un giudice speciale tributario, a tempo pieno e nominato previo concorso pubblico, valutando l’opportunità di inserire una riserva di posti in favore di tutte le professionalità attualmente impegnate nelle commissioni tributarie

Un sistema aggiornato, e non nuovo, che tenga conto delle mutate esigenze del sentire comune e dell'economia, quindi, non può prescindere dall'esistenza di una giurisdizione autonoma dalle altre giurisdizioni e che faccia riferimento ai principi sanciti dalla Costituzione Italiana all'art. 111: giusto processo; contraddittorio tra le parti in condizioni di parità; giudice terzo ed imparziale; ragionevole durata del processo.

È ritenuto di grande importanza il cambio di denominazione da commissioni tributarie provinciali e regionali in tribunali e corti d’appello tributarie, quale evoluzione dei già citati connotati d’indipendenza, imparzialità, terzietà e competenza specialistica degli organi investiti della giurisdizione tributaria.

I Giudici tributari provenienti dalle libere professioni sono particolarmente attenti ed interessati al dibattito che si è sviluppato intorno alla riforma della giustizia tributaria.

I Ministri Cartabia e Franco hanno assegnato al Prof. della Cananea un compito difficilissimo che, tuttavia, ha saputo gestire con rara professionalità.

I nostri complimenti anche ai due Ministri che hanno affrontato direttamente e con decisione il tema della riforma della giustizia tributaria, da troppo tempo sospeso tra mille incertezze e veti.

E’ auspicabile che il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e Ministri della Giustizia e delle Finanze, come già fatto da non pochi Parlamentari della Repubblica, prendano a cuore le sorti dei giudici tributari attualmente in servizio, la cui esperienza deve essere salvaguardata e debitamente riconosciuta per poterla impiegare anche nei nuovi organismi della giustizia tributaria.

Il passaggio, senza soluzione di continuità, dal vecchio al nuovo regime non può essere gestito senza i giudici tributari in servizio.

Non è attuale la riforma (o sarebbe meglio dire una non riforma) proposta dei commissari Margherita Cardona Albini, Enrico Manzon, Domenico Pellegrini, Luca Varrone e Claudio Zaccardi, che vorrebbe mantenere lo status quo, perché non risolve i problemi che si addebitano alla giustizia tributaria e non è utile agli obiettivi che il Governo si è prefissati per il miglioramento della giustizia in Italia.

E’ attuale e da sostenere, invece, la riforma organica proposta dei commissari Massimo Antonini, Pietro Bracco, Clelia Buccico, Gianni De Bellis, Andrea Giovanardi Sebastiano Maurizio Messina, Livia Salvini, Maria Vittoria Serranò.

In essa, per i giudici in servizio, viene prevista una riserva di posti nell’ambito di un concorso per titoli ed esami.

Il concorso per titoli ed esami è sicuramente auspicabile e doveroso per chi non è già giudice tributario e aspira a ricoprire tale prestigioso ruolo per la prima volta.

Non è opportuno e praticabile, invece, per i giudici tributari in servizio.

I giudici tributari, come noto, provengono dalle professioni (fino al 2011 rappresentavano circa l’80% dell’organico della magistratura tributaria) e dalle magistrature (delle quali la più corposa è rappresentata dalla magistratura ordinaria).

I primi sono prevalentemente avvocati e commercialisti, abilitati all’esercizio della professione da più di trenta anni. Professionisti che hanno superato esami, prima universitari e poi per l’abilitazione all’esercizio della professione, frequentato corsi di alta formazione e master in materia tributaria organizzati dalle più rinomate e prestigiose Università. Professionisti che hanno acquisito, all’interno delle Commissioni tributarie, nei decenni anche competenze in materia tributaria. Competenze che, sommate a quelle delle rispettive professioni, non hanno bisogno di ulteriori esami.

E’ assai improbabile che questi giudici tributari (tutti ultra sessantenni) siano disponibili a sottoporsi ad ulteriori esami. Studiare fascicoli, relazionare in udienza e motivare sentenze vale molto di più del semplice esame davanti a una commissione.

Anzi, a ben considerare, è di tutta evidenza che i giudici in servizio sono già sottoposti a un regime di esame permanente, dove dall’altra parte non c’è un professore ma il contribuente e l’Erario che sono giudici ben più severi ed esigenti di qualsiasi commissione esaminatrice.

La previsione del concorso per esami, quindi, si tradurrebbe in una potenziale esclusione dai nuovi organi di circa 1.200 giudici tributari di provenienza professionale.

In astratto, ma solo e molto in astratto, potrebbero rimanere disponibili gli attuali giudici tributari di provenienza magistratuale. I loro Organi di autogoverno, però, non sembrerebbero disponibili a cedere professionalità in favore della nuova Giustizia tributaria. Le magistrature Ordinaria e Amministrativa, infatti, sono in grande affanno, come riportano gli organi di stampa, e non riescono ad assicurare tempi ragionevoli ai processi civili, penali e amministrativi.

I giudici tributari di provenienza professionale potrebbero, se messi nelle condizioni di farlo, garantire il passaggio, senza soluzione di continuità, dal vecchio al nuovo Ordinamento.

Qualsiasi progetto di riforma, senza la loro disponibilità, corre il rischio di non avere alcuna concretizzazione, rimanendo un mero progetto astratto.

Ancor di più spinge verso questa direzione la questione dei tempi di attuazione di una riforma strutturale.

La proposta ministeriale ipotizza in circa due anni i tempi per arrivare ad avere disponibile il nuovo organico di giudici professionali, mentre invece, come ipotizzato da alcune proposte di legge giacenti presso Camera e Senato (prevedere che l’assorbimento degli attuali giudici nei nuovi tribunali e corti di appello tributari avvenga mediante un concorso per soli titoli e con valutazione dell’esperienza professionale maturata nelle Commissioni Tributarie) assicurerebbe l’attuabilità pressoché immediata della riforma, consentendo di reperire agevolmente i qualificati nuovi componenti, attingendo prevalentemente dalla platea dei giudici provenienti dalle professioni, atteso che, come detto, è assolutamente improbabile che quelli appartenenti alle altre magistrature possano scegliere di abbandonarle per dedicarsi a tempo pieno a quella tributaria.

Vanno sostenuti, per le ragioni sopra elencate, tutti quei progetti di legge che prevedono un giudice professionale a tempo pieno ed esclusivo, con arruolamento tra i giudici in servizio a mezzo di un concorso per titoli e che considerano l’attività di servizio prestata, per i più trentennale, idonea a supplire e sostituire l’esito di un qualsiasi esame teorico ed accademico.

Roma 10/11/2021

Hanno sottoscritto il superiore Manifesto i giudici tributari:

Francesco Lucifora CTP Catania Consigliere C.P.G.T. – Marco Montanari CTR Reggio-Emilia – Attinelli Maurizio CTR Sicilia - Giacoponello Maria Gabriella CTP Messina – Mottes Maddalena CTP Roma – Agnone Silvio CTP Modena – Tinto Pino CTP Catania - Piccirilli Eduardo CTP Ragusa – Rampello Flavio CTP Catania - Alicata Giuseppe CTP Ragusa – Steinleitener Bianca CTR Piemonte - Ballardini Barbara CTP Bologna – Bandini Ivano CTP Parma – Brancaforte Nuccia CTP Ragusa – Casaccia Fabrizio CTP Bologna – Cavani Italo CTP Parma – Chianura Pietro CTP Catania – Corigliano Campoliti CTP Roma – Cotta Antonella CTR Valle D’Aosta – Crisafulli Giuseppa CTP Piacenza – Crispino Sanfilippo Salvatore CTP Caltanissetta – Del Monaco Alberto CTP Roma – Di Fonzo Michele CTP Milano – Fini Oscar CTP Venezia – Gurgone Vincenzo CTP Torino – Lupi Francesco CTP Bologna – Matarazzo Nino CTP Catania – Mercurio Francesco CTP Venezia – Patanè Mario CTP Catania – Pederzoli Antonio CTP Bologna – Pellitteri Michele CTP Agrigento – Perone Ernesto CTR Puglia – Petrarulo Franco CTR Veneto – Rupe Francesca CTP Reggio Calabria - Pugno Luigi CTP Torino – Stracuzzi Claudio CTP Messina – Terranova Vincenzo CTP Ragusa – - Ventura Ezio CTP Ragusa - Vinci Salvatore CTP Catania – Volino Pasquale CTP Catania – Volpi Albino Marvo CTP Parma – Cacciato Nunzio CTP Catania – Giulietta Piccolroaz CTP Roma